Panorama dalla vetta del Monte Penna
Gite ed escursioni

Escursione al Monte Penna

Monte Penna tra natura, fotografia, aria pura. Una gita da fare assolutamente!

Come arrivare al Monte Penna.

Facilmente raggiungibile da Chiavari o Lavagna, prendendo la SS. 225 fino a Carasco e da lì la SP 586 che porta a Santo Stefano d’Aveto, percorrendola fino oltre Rezzoaglio, attenzione all’indicazione sulla vostra destra per Magnasco e Amborzasco. Superato quest’ultimo, si prosegue per alcuni chilometri fino alla Casermetta del Monte Penna (m. 1390), dove si posteggia l’auto.

Rifugio Monte Penna

Da qui partono due itinerari per la vetta del Monte Penna:

A destra quello per il Passo dell’Incisa 1 ora almeno di buon cammino seguendo il pallino giallo.

A sinistra quello in direzione Passo del Chiodo 1 ora anche in questo caso, ma la via è diretta e riservata ad escursionisti esperti; in questo caso seguire il triangolo giallo.

Attenzione, sentiero normale o via ferrata.

Se volete fare la via diretta non fatevi ingannare dalla prima parte, facile, diventa via via più impegnativa anche se dotata di robuste e ben ancorate catene. Ovviamente percorso sconsigliato a chi soffre di vertigini.

Strada ferrata Monte Penna

L’altro sentiero, invece si snoda tra la faggeta molto fitta e bella, ma non vi è panorama, se non quasi arrivati alla cima.

Si può arrivare al Monte Penna anche da nord si passando da Piacenza-val Trebbia-val d’Aveto, o dalla val Nure.

Una volta arrivati alla vetta a 1735 m. il panorama spazia a 360° e con cielo sereno si può scorgere il mare a la costa verso la Toscana.

Dalla vetta del Monte Penne si vede il mare

Personalmente ci sono stato sia in estate che in inverno con la neve e non saprei dire quando è meglio.

D’estate dentro la faggeta è bello fresco e sulla vetta c’è sempre un bel venticello.

D’inverno con la neve, il panorama è fiabesco, ma attenzione, specie sulla sommità alla presenza di lastroni di ghiaccio e dalla parte nord è uno strapiombo che diventa molto pericoloso!

In montagna l’abbigliamento è importante.

Anche se la camminata non è lunga, va curato l’abbigliamento e l’attrezzatura. Per la via ferrata, scarponi con buona aderenza e cintura con moschettone.

Scarponi SalewaD’inverno con la neve ciaspole con bastoni. Ricordatevi, specie d’estate quando fa molto caldo almeno un litro d’acqua e una giacca da mettere una volta arrivati, in quanto l’escursione termica è notevole.

Vista invernale dal Monte Penna

Da fotografo, dico che una macchina fotografica è d’obbligo. In questo breve articolo ho messo solo qualche scatto, ma tra la partenza ed arrivo, le possibilità di fare buone foto sono davvero tante!

Per l’attrezzatura fotografica vi consiglio la lettura dell’apposito articolo: Fotografare la natura.

Arrivati in vetta, oltre il panorama, troverete essenzialmente tre cose:

Una grande statua della Madonna in trono con Bambino e lo sguardo rivolto verso Piacenza.

Una cappelletta con registro delle presenze,

Un grande parafulmine. In queste zone, Monte Aiona compreso, le rocce sono ricche di minerali e attirano facilmente i fulmini e in tempo passati facevano impazzire le bussole degli aerei.giacca a vento Salewa

Vetta del Monte Penna

Un pò di storia del Monte Penna.

In realtà il Monte Penna, sembra si chiami così per il fatto che gli antichi abitanti celti, adoravano il Dio Pennino. Se fate caso anche Pentema, che è il paesino sotto il M. Antola, M. Penice e tutti gli Appennini, hanno all’interno PEN il Dio delle Montagne.

In giro per l’Italia si sono trovate delle Tavole Votive al Dio Pennino con scritte tipo: LUVIUS LUCILIVS DEO PENINO OPTIMO MAXIMO DONVM DEDIT. Queste tavole venivano poste ai piedi delle montagne per ringraziare il Dio del buon passaggio accordato nell’attraversare il monte.

A parte queste tavole, il Dio Pennino non aveva templi, effige o simulacri. La vetta stessa del monte rappresentava il Dio. Immaginate il rispetto che le genti avevano per le vette.

Se però preferite affidarvi alla tecnologia, un GPS è molto utile, specie con la nebbia.

GPS della GarminNon si può dire lo stesso per i giorni d’oggi dove purtroppo molte volte si vede l’inciviltà di taluni che abbandonano rifiuti e fanno scritte con pennarelli o peggio incisioni su statue e manufatti.

Intorno alla Sacra Vetta, il fitto bosco di Faggio come un Tempio, anch’esso sacro.

Certamente che chi parte da Genova o anche da più lontano, è un peccato fare solo questa camminata. Al Lago delle Lame, a Rezzoaglio e Santo Stefano d’Aveto, ci sono vari alberghi dove si mangia pure bene.

Una volta in zona un paio di giorni volano. Potete anche optare per una seconda escursione, magari al Lago delle Lame Cascata della Ravezza, tema di un altro mio articolo.

Ora non avete più scuse per non fare una bella gita al Monte Penna. Buona camminata!